La conferenza sul clima si conclude senza nulla di fatto sul risarcimento dei paesi inquinanti a quelli più poveri.
Si è conclusa a Sharm El Sheikh in Egitto la Cop27, il summit internazionale sul clima. Anche quest’anno si conclude con nulla di concreto. La bozza del testo finale è stata diffusa e resta ancora vuoto l’ambito del “loss and damage” ovvero il meccanismo secondo cui i paesi maggiormente responsabili del disastro climatico dovrebbero risarcire i paesi più poveri che stanno pagando più conseguenze ambientali.
Si legge nella bozza che la Cop27 “riconosce la crescente urgenza di affrontare le perdite e di danni del riscaldamento globale”, ma non c’è un paragrafo su come finanziare questi ristori così come quello sui “Bisogni speciali e speciali circostanze in Africa”. I paesi emergenti e i Pvs chiedono un fondo ad hoc per i “loss and damage” mentre Usa e Ue temono che questo possa provocare esborsi eccessivi. I paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo quindi non hanno trovato ancora un accordo sulle perdite e danni.
Ancora nulla di deciso per risarcire i paesi più poveri
Molti paesi vorrebbero un Global Shield per questo tema e che è incentrato su regimi assicurativi e prestiti e non finanziamenti a fondo perduto. Nella bozza di documento si ricorda che “la finanza globale per il clima nel 2019-2020, stimata in 803 miliardi di dollari” rappresenta solo “il 31-32% dell’investimento annuale necessario affinché l’aumento della temperatura globale non superi anche solo i 2° gradi Celsius“.
Non si abbandona nemmeno l’obiettivo di stare sotto 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. I paesi ricchi però sono “incoraggiati” e non obbligati ad aumentare il sostegno e ad allineare i flussi di finanziamento a 1,5C”. Ma il vicepresidente della Commissione Ue Timmermans ha detto: “Se non alziamo le nostre ambizioni immediatamente, noi passeremo un punto di non ritorno, e nessuna somma per i loss and damage sarà sufficiente».